Vi ho già scritto di quanto abbiamo creduto fin dal primo giorno nel progetto Whyte Elyte EVO: l’idea del motore full power con batteria “piccola” per contenere il peso mi è piaciuta talmente tanto che praticamente eravamo già a bordo ancor prima di vedere le bici dal vivo in luglio; è però vero che non si tratta di una bici “banale”, che si capisce al primo sguardo, ed è per questo che abbiamo deciso, insieme a Davide Bonandrini di DSB, di investire in una bici da far provare a Voi clienti per farvi capire le potenzialità e quanto, eventualmente, potrebbe fare al vostro caso.
Nel post di presentazione avevo anche fatto una lista di quelli che potevano essere i “Pro” e i “Contro” di questa tipologia di bici e di chi potessero essere o non essere i destinatari; chiaramente non vedevo l’ora di provare la bici per capire se le mie idee fossero giuste o se avrei dovuto rivederle.
Nell’ultima settimana siamo finalmente riusciti a fare le prime uscite e ci siamo fatti un’idea che ha ampiamente superato le nostre altissime aspettative.
La versione che abbiamo deciso di utilizzare è la Stag Works: top di gamma, montata Fox Factory, Sram XO T-Type, freni, pedivelle e mozzi Hope, manubrio in carbonio, insomma, tutto ciò che si possa desiderare. Abbiamo montato una coppia di ruote un filo più leggere, entrambe 29 (la bici esce di serie in configurazione mullet, e la bielletta per montare la ruota di 29 è inclusa) e qualche componente per far scendere il già ottimo peso, fino a 20.3 Kg. Abbiamo in arrivo anche una coppia di cerchi in carbonio che monteremo sui mozzi Hope di serie, di cui poi vi parleremo 😉
In comune con l’altra versione, la RS, con montaggio più “umano” e prezzo più accessibile, tutto ciò che conta: peso praticamente identico, stesso telaio full carbon, motore Bosch CX di ultima generazione con 85 Nm di coppia, batteria da 400 Wh ed extender Bosch Powermore da 250 Wh offerto di serie.
Abbiamo (scrivo abbiamo perché ci siamo alternati nelle varie uscite con Sara) per ora utilizzato la bici per giri in pausa pranzo e per un paio di giri brevi nel week end, comunque entro le 3 ore, siamo quindi sempre usciti senza extender.
La bici sorprende subito chi viene da ebike standard per la sua leggerezza, già a spostarla in negozio fra le altre bici si fa meno fatica :-), in salita si lascia pedalare molto bene, anche sul tecnico, il tubo sella “alla moda”, molto verticale, mantiene la geometria centrata anche sulle salite più ripide, le quote del telaio non sono estreme ma siamo di fronte comunque ad una bici con geometrie decisamente moderne. Nonostante la sospensione posteriore four bar, generalmente più incline a muoversi in salita, non ho mai sentito l’esigenza di bloccare il Float X.
Il motore Bosch spinge eccome, a tutte le frequenze, in tutte le modalità, ma questo ve l’hanno gia scritto tutti in tutti i test, non ce ne frega niente di parlarne adesso.
La prima volta che devi fermarti e spingere un attimo in un tratto ripido e non pedalabile, o per un albero caduto, benedici i 20 kg al posto dei 25-26 di una ebike classica. Già per questo non credo che Sara vorrà mai più scendere da questa bici 🙂
Le cose si fanno, se possibile, più interessanti quando si scollina e il sentiero inizia a puntare verso il basso.
E’ qui, ed è la cosa più difficile da far capire soprattutto a chi si è affacciato da poco sul nostro mondo, che il peso piuma fa la VERA differenza, non in salita ! Il peso contenuto e il baricentro rasoterra rendono la bici più facile da guidare, più agile, più divertente. Si guida meglio, si va più veloci e ci si affatica meno; per chi, come me, viene da oltre 20 anni di bici tradizionale, le sensazioni tornano “quelle di una volta”, ed è davvero molto piacevole.
La differenza che si sente di più, provenendo da una ebike classica (e io vengo da una Rocky, che in quanto a guida non è proprio l’ultima arrivata…), è la rapidità con la quale si riesce a cambiare direzione, la possibilità di recuperare e mettere la ruota dove si vuole anche quando si arriva lunghi, la sensazione di non avere più quella “deriva” che affligge in certe condizioni le bici più pesanti; oltre al fatto di riuscire a spingere di più anche sulle discese più lunghe perché ci si affatica decisamente di meno. Ovviamente la bici è da guidare, chi si è abituato ad andar giù “dritto per dritto”, affidandosi alla maggiore stabilità data peso dei biciclettoni, dovrà impegnarsi di più e alzare le chiappe dal sellino :-). Ma sicuramente scoprirà il piacere di una guida diversa.
Una delle cose che obiettano spesso i “detrattori” del progetto è il fatto che altre bici con batteria grande hanno pesi non troppo diversi da quello della Elyte. “Perché dovrei prendermi una bici che pesa 22 kg con extender quando la bici XX pesa 22.5 con la 750 Wh ?” Intanto perché l’extender non devi portartelo dietro sempre, e poi, avendo avuto modo di utilizzare bici leggere e incredibili come la Pivot Shuttle AM, che pesa meno di 22 kg (nella versione con ruote in carbonio da 13500€, sia ben inteso), posso affermare che la sensazione alla guida, probabilmente a causa della differente distribuzione dei pesi e dalla posizione del baricentro (ve ne parlo nel dettaglio nell’articolo di qualche tempo fa), è completamente diversa: non è facile da spiegare ma la Shuttle, che ripeto è una bici fotonica, dà la sensazione di essere più bici elettrica, più “biciclettone”, nonostante sia un riferimento per agilità e guidabilità. La Elyte è veramente su un altro pianeta, da questo punto di vista. Non c’è un meglio e un peggio, sono due bici diverse destinate ad utenti che cercano cose diverse.
La bici offre la possibilità, mediante flip chip, di regolare la geometria su 2 posizioni: high e low. Ho optato per la geometria low; prima di provare la bici pensavo che avrei montato un’asta più lunga per aumentare l’escursione della forcella di 10mm, ma credo che non lo farò, la bici è davvero già tanto aggressiva e scende alla grandissima così, con l’angolo sterzo a 64 gradi. Lo stesso dicasi per l’escursione posteriore, guidandola anche sullo sconnesso grosso non si direbbe di avere una bici di “media” escursione.
Riassumendo: non ci divertivamo così tanto da un pezzo !
Ma veniamo a ciò per cui qualcuno si sarà spinto a leggere fino a qui: ok, tutto bello, ma che giri si riescono a fare con la batteria piccina ? Abbiamo fatto poche uscite, mi riservo quindi di approfondire meglio l’argomento e di riscrivere qualcosa di più approfondito quando avrò più dati, ma posso dire che l’autonomia ci ha sorpreso quanto la guidabilità della bici.
Facendo giri brevi in pausa pranzo e avendo sempre la necessità di rientrare per l’apertura non abbiamo MAI usato la bici in ECO, Sara ha consumato ad esempio oggi il 30% di batteria per 20 km e 450m di dislivello…vi risparmio i calcoli, la proiezione è di 1500m di dislivello con la batteria da 400. Certo, lei è leggera, ma io, che peso 20 kg in più, sto comunque fra i 1200 e 1300, sempre proiezioni, che nelle prossime settimane verranno sicuramente confermate da test su giri più lunghi.
Che significa ? Che con l’extender i giri da 2000-2200 m si fanno in agilità.
Nel precedente articolo, dove vi dicevo perché mi piace l’idea di questa bici, ho anche fatto una serie di supposizioni su chi fossero o non fossero i teorici destinatari di questa bici.
I test rafforzano le mie idee e, se possibile, ampliano la platea dei biker che secondo me potrebbero trovare la quadra con questa bici, e magari non lo sanno :-).
Credo, e ne parlavo con Davide l’altro giorno al telefono, che siamo di fronte al “problema” che abbiamo avuto per 15 anni con le bici da enduro: avevamo a catalogo bici incredibili con 130-140mm di escursione, perfette per il 90% delle situazioni, ma abbiamo sempre avuto davanti clienti che ci dicevano “eh, ma poi quando vado in bike park ?”. Ok, il bike park, ma quante volte vai in bike park ? L’idea di portarsi dietro tutto l’anno una bici più goffa, faticosa e difficile da guidare per poi usarla 3 volte in bike park non è furbissima, eppure abbiamo venduto tante SB160, Firebird, Altitude e pochissime SB140, Switchblade e Instinct.
La stessa cosa la viviamo oggi con le ebike: l’ossessione, per molti, di avere batteria a sufficienza per fare il giro di 2500m che facciamo una volta all’anno. E portarsi dietro 4kg di batteria per tornare a casa con metà carica tutte le domeniche.
Quindi, concludendo il pippone intergalattico, per chi è, o non è, questa bici ? Ciò che mi aspettavo è ciò che ho ritrovato nella bici ?
Sicuramente la Elyte EVO (e altre che sicuramente seguiranno il filone nel 2026) è una bici per i puristi della guida, per chi vuole divertirsi sul sentiero avendo sensazioni quasi da bici “analogica”, per chi accetta di usare una batteria da 400 in un giro da 3 ore senza avere la necessità di portarne per forza a casa metà, per chi gradisce ancora farsi una bella faticata usando poca assistenza ma non vuole rinunciare alla disponibiulità di “manetta” quando esce in gruppo con gli amanti del turbo. Per chi apprezza l’idea di poter scegliere di usare una bici sotto i 21kg per i giri a medio raggio e intorno, o sotto, ai 22 per il giro lungo della domenica; per i pesi piuma, che possono godere della spinta di un motore full power avendo una bici leggera da guidare e spingere, senza il peso di una batteria che non useranno mai.
Non è invece per chi già utilizza tutta la sua batteria da 800 + extender, men che meno per chi ha l’ansia di rimanere senza batteria e, anzi, ha la necessità di avere 30/40% residui per sentirsi tranquillo (la rapidità con cui si spengono i led indicanti la carica batteria sul System Controller è ben diversa da quella delle bici con batteria grande e potrebbe diventare ansiogena in soggetti predisposti :-)), per chi fa giri anche non lunghissimi ma usando sempre tanto motore, per chi sta fuori sempre tutto il giorno e fa sempre 2500m, per chi non è interessato ad avere una bici agile ma preferisce (in modo del tutto legittimo) avere una bici più pesante e stabile, per chi “quand’è che Bosch presenta la batteria da 1000 ?”
Sono convinto che tanti utenti medi, che usano la bici in pausa pranzo e fanno un giro lungo la domenica, potranno godersi questa bici nei prossimi anni.
La cosa che suggerisco a chi volesse farsi un’idea è la seguente: andiamo sul nostro profilo Strava (o qualsiasi altra app) e guardare le attività degli ultimi 2 anni: quanti giri sotto i 1000m abbiamo fatto ? Quanti intorno ai 1500 ? Quanti di 2000 o più ? Poi pensiamo a quante volte siamo tornati a casa con il 30, 40, 60% di batteria, e quante volte ci siamo trovati a spingere una bici di 26kg su un tratto non pedalabile. E da lì ragioniamo…
E fatto questo, comunque, vi aspettiamo in negozio per farvela provare !
E ora il mio problema è che me ne serve un’altra…la moglie non la molla più 🙂